La resistenza dei tuoi ricordi, condivisi, oggi, genera il nostro domani
C'è un momento, spesso inaspettato, in cui un ricordo riaffiora. Ti è mai capitato? Basta un attimo. Un odore. Un sapore. Una luce. Un contatto. Un suono. Sensazioni che, ritornando da lontano, ti spalancano la porta del tempo, emozionandoti.
In quel preciso istante, ti ritrovi proprio lì, tanti anni fa, come se tutto fosse ancora presente. Il tuo ricordo smette di essere passato. C'è, è vero, è presente, esiste, adesso, è vivo e vegeto, è dentro di te e, la meraviglia, è ch'è anche dentro a chi è disposto ad ascoltarlo, a vederlo.
Per comprendere, come e quando questo sia possibile, iniziamo a capirci sul significato e il senso dei termini che andiamo utilizzando. Il fatto è che, nel condividere, oggi, i tuoi ricordi, tempo e spazio si annullano e tu, puoi tornare giovane, magari anche per creare non solo il tuo domani. Infatti. Condividere le tue esperienze passate, non è solo un modo per raccontarti ma, è una pratica benefica naturale, in grado di sospendere tempo e spazio. Il filo della tua memoria è come se, oggi, avesse il potere di ricucire ciò che è stato e ciò che ancora deve avvenire. Interessante vero? Questo è tutto ciò di cui ci occupiamo nel Laboratorio della Memoria Digitale dei Senior (più avanti LaMeDiS) del progetto La Storia Siamo Noi!
Ora. Considera che, già dal 1931, quando Salvador Dalì dipinge il quadro dal titolo La Persistenza della Memoria, questa tematica è stata pubblicamente sdoganata. Il quadro l'hai visto anche tu mille volte.
Quello che però è importante comprendere è che, nella sua autobiografica confessione La mia vita segreta, Dalì afferma che, il tempo non è una linea che scorre ma, una materia elastica, deformabile, che si piega alle emozioni e ai desideri.
Il tempo è un'illusione dell'occhio. La memoria lo scioglie e lo ricrea. Lo fa durare o sparire.
In questa prospettiva, il ricordo non vuol dire voltarsi indietro distrattamente ma, rimirare, traguardare e rivalutare, riattraversando tutto ciò ch'è stato e che ci ha portati fin qui, adesso, trasformandolo, grazie a uno sguardo contemporaneo, colmo d'esperienza. Stai attento adesso. Ogni volta che racconti un ricordo ne crei uno nuovo! Questo non prende il posto del vecchio ma, lo rinnova e lo vivifica, perché lo fa presente.
Dalí non parla di tempo come ci appare in un orologio ma, come di un paesaggio intimo, interiore e autentico. Le sue famose forme morbide, come per esempio gli orologi che si sciolgono, sono immagini di questa intuizione. Il tempo si deforma perché la coscienza non lo percepisce in modo lineare. Quando condividi un ricordo accade qualcosa di simile. Il passato si stacca dal suo luogo originale e si sposta nel presente. Prende nuova forma attraverso le parole e ci porta nel futuro. Raccontare è dunque un modo di modellare il tempo.
Ecco perché quando condividi la tua storia non puoi essere neutrale. Questa pratica ancestrale ti permette di esplorare il tuo passato, da una molteplicità di punti di vista e di riscoprire così dei dettagli dimenticati, dando un nuovo significato a tutto ciò che allora non avevi percepito. Dalí lo scrive con tono ironico e provocatorio.
Non ho mai creduto che il tempo passasse. Semplicemente. Cambiano le ombre sullo stesso quadro.
Così, ogni volta che ricordi, stai dipingendo di nuovo lo stesso quadro ma, con ombre diverse, con una nuova luce. Si tratta di un opportunità inestimabile.
Questo perché il ricordo, così rivalutato, è un vero e proprio atto creativo. Raccontare un episodio del tuo passato, su queste basi, è quindi un atto artistico. Ogni parola che scegli, ogni silenzio, ogni sfumatura emotiva, diventa un gesto di creazione. Non a caso Dalí vuole anche scrivere di Sé perché, la sua stessa vita è un'opera d'arte totale, integrale e senza compromessi. La sua tecnica creativa è intrisa di esagerazione, lucidità, invenzione e verità. Racconta la sua vita non com'è stata oggettivamente ma, condivide le sue esperienze come lui le sta percependo nel momento stesso in cui le sta riscrivendo, anche per noi che la stiamo rileggendo ora, qui, in quest'articolo, con piccolissime sue citazioni, su un supporto digitale. In questo senso, raccontare i tuoi ricordi, non significa dire esattamente ciò che è accaduto ma, ciò che resta vivo in te!
Il ricordo è dunque un ponte tra esperienza e immaginazione, tra memoria e desiderio, tra attimi e speranze. Ecco l'intergenerazionalità in tutta la sua trasparenza. Dalí, nel descrivere per esempio le sue esperienze infantili, afferma che, ricordare lo aiuta a comprendere la propria identità in divenire. Quindi. Ogni episodio del passato, anche quello che può sembrare in un primo momento più insignificante, diventava funzione decisiva per ricostruire il mosaico del Sé.
La memoria è l'unico strumento che mi consente di vedermi nascere ogni giorno.
Anche tu, quando racconti un tuo ricordo, in fondo, se ci fai attenzione, fai proprio questo. Ti ricrei. Per questo, magari anche emozionandoti, ne gioisci. Ti senti più leggero tu e anche chi ascolta e osserva, è sollevato, diventando parte di rinascita sorprendente. Tutti i protagonisti partecipanti fanno una ricreazione ristoratrice dell'anima.
Nel condividere i tuoi ricordi, trasformi la memoria dell'evento vissuto, in una nuova e inattesa relazione. Nel momento in cui il tuo ricordo si materializza, raggiungendo altri da te, il tuo tempo personale diventa un tempo condiviso. Due narrazioni s'intrecciano. Inevitabilmente. Due tempi s'incontrano e qualcosa di nuovo nasce.
Qui non è una questione nostalgica, come qualcuno in prima battuta potrebbe credere ma, è qualcosa di profondamente vitale. Quando racconti, dai forma, modelli un frammento di te stesso e lo consegni a qualcun altro. Questo gesto generoso ha un valore elevato al cubo in grado di alleggerirci. Si. Vero. Al tempo stesso però ci radica. Dalí, con la sua lucidità paradossale, lo spiega molto bene questo passaggio.
Tutto ciò che non condivido evapora.
Leggendolo oggi risulta incredibile questa sua affermazione. Era avanti ma di parecchio. Dai. I social ancora non c'erano. Però aveva già piantato il loro seme. Il ricordo, se non è raccontato, svanisce. Quando poi lo condividi diventa presente e non appartiene più soltanto a te, che lo custodivi, ma anche a chi è in grado di riceverlo, come dono. In questo scambio si genera il senso ultimo, anche della nostra stessa esistenza, e quindi un opportunità nuova che, adesso, anche grazie alla digitalizzazione, può essere colta esponenzialmente.
C'è infatti qualcosa di magico nel momento in cui un tuo ricordo viene narrato. Ne godi tu. Ne beneficiano i presenti. Il flusso degli eventi esterni e estranei si arresta. Il pianeta si presenta per come ci appare. Si crea una sospensione. Una bolla temporale. Un silenzio pieno. Si respira. Di nuovo. Finalmente. Dalí dice che questi momenti sono i soli decisivi per il nostro discernimento.
Il tempo crolla su se stesso come un orologio sciolto al sole.
Il passato si libera dalla sua stessa distanza, ben misurata, e si fa immediato, vivido, presente. Quando racconti, il tempo smette di scorrere e siamo tutti attenti, quindi vivi, davvero. Questa sospensione è ciò che rende la condivisione dei ricordi un atto profondamente umano. Si giunge direttamente alla sacralità. Ci vuole rispetto. La serietà è d'obbligo. Se credi che la tua storia sia semplice. Se pensi che non sia straordinaria. Nulla hai da recriminarti. Anzi. Importante è che il racconto contenga la tua vita, le tue esperienze e la tua sensibilità. Insomma ciò che conta è che ci sei tu. Infatti. Ogni ricordo condiviso, per quanto scontato ti possa apparire, diventa una testimonianza di grande valore del tempo che, non è mai perduto ma, solo trasformato.
Si tratta di un esercizio di libertà piena. Ossia di uno dei pilastri su cui la Nostra Europa si fonda. Ricordare insieme è una pratica concreta della nostra tradizione. Il senso è che l'elemento fondamentale del nostro continente è nelle tue mani. Significa che puoi andare oltre il peso del tempo convenzionale.
La linearità, verso un futuro schematizzato, ti fa dimenticare quello che hai vissuto. Tutto così andrebbe perso. Dalí, con la sua estetica onirica e la deformazione plastica, arresta questa deriva insulsa e, c'insegna che, il tempo non è un vincolo ma, un materiale che puoi plasmare. Torni protagonista tu e la tua naturalità creativa.
Quando ti permetti il lusso di raccontarti, di riaprire i tuoi vecchi cassetti, di rivivere emozioni, non stai tornando indietro. Stai aprendo nuovi spazi interiori. La memoria, condivisa oggi, diventa un tesoro grazie a cui poter abitare meglio nel tuo stesso domani.
Non ho mai cercato di ricordare. Sono i miei ricordi che mi inseguono e io li accolgo come ospiti.
Accogliere i propri ricordi e condividerli, significa per Dalì accettare che, il tempo non ci appartiene del tutto. È un fluire che ci attraversa e che ci collega, anche agli altri, su molteplici livelli, restituendoci la consapevolezza di essere vivi, adesso.
Concludendo. Nel pensare ai tuoi ricordi, non ti fissare razionalmente a calcolare se si tratta di una storia grande, piccola, di felicità o di malinconia ma, fra questi, scegli solo uno che ti appartiene, veramente, e che ti senti pronto a raccontare. Poi. Trova un amico, un figlio, un collega, qualcuno che tu senti vicino a te e raccontagli la tua storia. Lascia che le parole escano semplicemente, magari imperfette, ma vere. Guarda come reagisce chi ti ascolta. Forse sorriderà. Forse si riconoscerà in ciò che dici. Una cosa è certa. In quell'istante il tempo si ferma.
Niente di ciò che è condiviso può morire.
Dalí ci dice che la condivisione è realtà ricreata. Se non trovi nessuno per fare questo esercizio tranquillo. Prendi un foglio di carta. Una penna. Guarda
fuori alla finestra e poi scrivi. Prendi anche solo degli appunti. Mandati magari anche qualche messaggino
vocale. Registrati in un video. Partecipa al LaMeDiS per farlo sempre meglio. Noi ci siamo. Condividere un ricordo è infatti il modo più umano
di sfidare il tempo. Trasforma quel ricordo in presenza, in relazione e in bellezza. Donando il tuo racconto oggi potresti
scoprire che il tempo, dopotutto, non è mai esistito davvero perché, la
resistenza dei tuoi ricordi, condivisi, oggi, genera il nostro domani. Ora. Tu. Sei
pronto per questa sfida? Si? Bene. Scrivici subito QUI. Che aspetti? Domani già è qui.


