L’esperienza che abbiamo vissuto, fin qui, è un patrimonio inestimabile. Va tutelato.

13.08.2025

Tutti conoscono la notte di San Lorenzo con le sue stelle cadenti. Giusto? Pochi sanno però che, il picco, è sempre successivo al giorno convenzionale del 10 Agosto. Esattamente, quest'anno, lo sciame delle Persidi, così si chiama ufficialmente il luogo nel cielo rotante da cui le meteoriti in questa stagione s'irradiano, ha il suo vertice questa notte. Mercoledì 13. Una verità utile anche come metafora per comprendere il significato profondo del progetto <<La Storia Siamo Noi!>>. Perché? Leggi qui e lo scoprirai.

Allora. Iniziamo con il dire che, oggi, siamo nel pieno del fervore, non solo per le temperature di stagione, del progetto <<La Storia Siamo Noi!>>. Stiamo infatti mettendo in campo, finalmente, tutto ciò che è stato progettato, già anni fa, per dare piena dignità alla nostra memoria. Il clima che respiriamo, adesso, è meraviglioso. Ovvio. La messa a punto, grazie alla pratica quotidiana, è d'obbligo, sempre. Tuttavia. La coerenza che risulta costante, nelle molteplici attività svolte, ci dona una sicurezza che mai avevamo sperimentato fin qui. Molto è stato l'impegno che abbiamo profuso per arrivare a questi incoraggianti risultati. A questo punto vogliamo continuare così, insieme, sempre più, con un organigramma operativo finalmente affiatato, non solo professionalmente, in grado di mantenere alta la qualità, di tutto ciò che ancora dev'essere fatto e portato alla sua naturale funzionalità conclusiva.

Per questo voglio condividere qui, pubblicamente, anche una mia testimonianza personale, coerentemente con l'intento portante dell'intero progetto <<La Storia Siamo Noi!>>. Lo faccio ora perché adesso mi fido. Semplice.

Lo confesso. La mia è stata, fin'adesso, una vita sempre costellata di racconti. Immaginati. Ascoltati. Letti. Visti. Scritti. Condivisi. Una gran fortuna, la mia, che fin da giovanissimo, ho sempre voluto spartire, donandola, d'istinto, e che solo ora mi accorgo che è l'unico mezzo utile, non solo per conservarla intatta, ma anche per accrescerla. Di fronte a questa mia generosità genuina molti si sono allarmati, preoccupati e hanno voluto prendere le distanze. Ci sta. Spero per loro tutto il bene possibile. Per me infatti vale quello che dice il vecchio saggio: <<A esser giovani, la maggior parte di noi, lo apprezza nelle difficoltà con il passar degli anni, magari di fronte a una foto in bianco e nero, da soli, seduti sui divani>>.

Oggi, a me, difficoltà e solitudine non mi preoccupano più. Anzi. Grazie a loro ho fatto di tutto affinché, non solo le esperienze della mia vita, potessero essere raccontate, ma ho anche incoraggiato gli altri a esprimersi, con qualsiasi mezzo trovassero per loro utile allo scopo finale. Ossia liberarsi. Quindi. Un impresa. Un progetto di vita. Una performance atletica. Un amicizia. Un improvvisazione in una chiave condivisa a unisono. Un amore. Importante comprendere che, il punto di partenza, il pubblico primario o, come direbbero quelli bravi nel marketing e nella comunicazione, il nocciolo duro, siamo sempre e solo noi stessi. Questo è ciò che credo, fermamente, affinché una vita possa dirsi vissuta, veramente. Lo dico perché sono arrivato a un età in cui inizia a essere accettabile fare i conti con la propria esistenza, qui, e, nell'affermarlo, mi meraviglio per la mia stessa coerenza, nell'essere oggi, armoniosamente, ciò che già ero fin da giovanissimo, irruentemente, incompreso.

Ecco perché riprendiamo oggi, Mercoledì 13 Agosto 2025, giorno in cui le stelle cadenti di San Lorenzo ci regalano il loro miglior spettacolo, la pubblicazione degli articoli di questo blog che in molti state leggendo. Per altro le statistiche ufficiali c'indicano che siete già qualche migliaio. Ringraziarvi è il minimo. Se poi c'inviate una mail con i vostri riferimenti, prima della fine di quest'anno, vi facciamo anche un bel regalo. Questo vale anche per chi ha generosamente donato il suo 5x1000 alla nostra associazione senza scopo di lucro HUBITAPROJECT ETS. Scriveteci subito a info@historyisus.eu.

Comunque sia. Importante sottolineare che la pausa sul blog, che c'è stata e che ci siamo presi, liberamente, è stata una scelta tattica, condivisa, ponderata e valutata con attenzione. Il caso non c'entra e men che meno tutte le contingenze che, nel tempo, ci hanno sottratto furtivamente energia, distraendoci, senza però che gli obiettivi condivisi siano mai stati tralasciati. Tutt'altro.

Il fatto è che la messa in pratica del "Laboratorio della Memoria Digitale dei Senior" (più avanti LaMeDiS) è stata la nostra priorità in questo periodo. Ora però che abbiamo fatto il punto, sullo stato dell'arte dell'intero progetto, riprendiamo con maggior consapevolezza e dunque determinazione, tutte le attività preventivate, con particolare attenzione alla disseminazione e alla valorizzazione condivisa, di questo gran bel progetto, dal titolo <<La Storia Siamo Noi!>>, di cui, non solo le solide fondamenta sono state ben fissate, ma siamo già ormai, dopo il piano terra, a un gran bel vivibile primo piano. L'edifico non è terminato, vero, ma la soddisfazione è tanta, quanta la voglia di giungere al tetto. Questo anche perché, la messa a terra del LaMeDiS, non è stata semplice. La differenza, com'è naturale che sia, l'hanno fatta gl'individui che, singolarmente, ognuno per le sue competenze, una volta condivise intenzioni e ambizioni, sinceramente, hanno unito le loro esperienze e ambizioni, per metterle, con la loro grazia e gioia, a disposizione di un progetto unico nel suo genere. Inclusione sociale reale. Digitalizzazione pratica concreta per i nostri Senior. Condivisione sincera di storie vissute sulla propria pelle. Partecipazione e coinvolgimento motivante. Sicurezza piena nell'archiviazione dei dati acquisiti e così pubblicati. Visibilità capillare anche a livello social. Sono solo alcuni degli elementi che mai si ritrovano insieme, non solo fra gli autorevoli archivi storici, ma anche fra le moltissime proposte di formazione informale dedicate ai Senior, e che, andando oltre i paletti convenzionali degli schieramenti limitanti, hanno dato forma a ciò che anni fa, quando abbiamo presentato ufficialmente il nostro progetto, abbiamo immaginato fosse necessario realizzare, per garantire benessere e prosperità a tutti noi, grazie a un autentica solidarietà intergenerazionale, legata anche ai nostri territori, meravigliosi, pregni di storie, di cui vogliamo tenere traccia, tutelandola. La nostra volontà, nel dare dignità alla memoria, di ognuno di noi, a partire dalle esperienze di vita individuali, s'innesta nella convinzione dell'opportunità, palesemente dimostrata già in questa calda stagione, di far germogliare una piena e rigogliosa concordia fra le genti e le tradizioni ancestrali di questa nostra terra. Si tratta di una speranza. Certo. Questa notte però è il momento giusto almeno per confessarla.

Adesso. Condivise le motivazioni di fondo che ci muovono qui, premetto che, per me, personalmente, leggere, scrivere e intrattenermi, con la mia e altrui immaginazione, su molteplici livelli e supporti, è stato sempre molto attraente, divertente e motivante. Le storie insomma mi hanno affascinato da sempre e mi hanno accompagnato, fin qui, per tutta la mia vita. Lo confesso. Non quelle istituzionali o convenzionali che spesso si trovano su libri di storia scolastica standardizzata, nei filmettini di propaganda istituzionale, nelle canzonette delle hit parade preconfezionate, nelle così dette opere d'arte profumatamente supportate e oggi ben diffuse grazie a stampanti in terza dimensione, la così detta intelligenza sicuramente artificiale, l'internet delle cose robotizzate e così via dicendo, digitalmente, in un apparente rete, di sicuro sempre più sotto controllo. Ciò di cui sto parlando sono proprio i racconti, anche romanzati, cantati, declinati teatralmente o in fotogrammi multimediali. Per esempio. Per testimoniare qui questa mia inclinazione storica. Vi porto per un momento nell'anno 1977. Esattamente a Lunedì 7 Ottobre. Io ho 12 anni e, in quegli anni colmi di estremismi, scrivo quanto segue. Si tratta forse di un esercitazione scolastica. In verità non ricordo proprio. Per semplicità discorsiva, qui, nel riportare questo mio scritto, a mano, vado oltre la mancanza della conformità letterale che poteva avere un adolescente, cresciuto come me in una delle tante periferie delle grandi città moderne che, già a quei tempi, s'andavano riempiendo d'inutile paccottiglia contemporanea, per lo più d'oltre oceano.

Munchhausen 77
Munchhausen 77

Il barone di Munchhausen. R.E. Raspe. Ricordi di un viaggio per mare.

Il Barone di Munchhausen non è una immaginazione dello scrittore Raspe. Fu un vero cavaliere germanico (1720 – 1797). Di certo però i suo racconti non narrano la vera vita del cavaliere. Come è il caso del brano che riporto qui di una balena lunga 800 metri. Il barone si trovava su una nave Inglese (da guerra) che si dirigeva verso l'America settentrionale. Questa nave era dotata di 1400 cannoni e di 1400 uomini d'equipaggio. Il barone racconta che: <<Quando intravedemmo il fiume San Lorenzo sentimmo la nave andare a sbattere contro un presumibile scoglio, nello scontro perdemmo il timone, il bompresso si ruppe in due. Tutti gli alberi furono spaccati da cima in fondo. Due dell'equipaggio vennero scaraventati in acqua. Uno di loro, dato per disperso, si trovò in acqua a 15 km da noi. Non sapendo cosa fare il poverello, vedendosi passare sopra la testa un grosso gabbiano, gli si aggrappò alla coda e iniziò a volare verso di noi. Il capitano fece calare uno scandaglio per vedere a quanti metri di profondità si trovava lo scoglio. Arrivò fino all'altezza di 500 metri ma nessuno scoglio si trovava in quelle acqua. Il mistero venne svelato in poco tempo infatti vedemmo al lato della nave una grossa balena. Essa aveva provocato la nostra collera. Ci aveva distrutto mezza nave ma a lei gli avevamo provocato solo fastidio. Ci diete un colpo di coda che distrusse mezza murata. Riuscì inoltre ad azzannare l'ancora. Mettendosi a navigare ci trasportava a una velocità di 12 nodi finché si ruppe il cavo e ci lasciò in mare aperto. Li ci capitò un'altra disgrazia. Si era aperta una falla. I marinari fecero del tutto per chiudere la falla ma non ci riuscirono. Pensai. Andai dove c'era la falla e mi sedetti sulla falla mentre al di fuori l'aggiustavano. Quando alcuni mesi dopo ripassammo al famoso posto rivedemmo la balena morta. Pensammo di caricarla ma vedemmo che era troppo lunga infatti misurava più di 800 metri e pensammo di caricarci solo la testa. Tagliata la testa vedemmo la nostra ancora con una settantina di metri di cavo. Non fu quella l'unica volta che avevo a che fare con un grosso pesce. Stavo a Marsiglia, nel Mediterraneo, a farmi il bagno, mi voltai e vidi un pesce che aveva tutta l'intenzione di mangiarmi …>>.

Ho ritrovato questi fogli cartacei, con tanto di disegnini, in questi giorni, mentre mettevo a posto la libreria di famiglia. Ho omesso qui i molti orrori ortografici che c'erano. Uno fra tutti, ripetuto sistematicamente, la lettera <<h>>, messa davanti al verbo avere, sempre, in ogni declinazione. Ricordo che l'ottima insegnante d'Italiano, a quel tempo, mi faceva notare questa mia limitazione grammaticale. Importante considerare qui, per me, che, grazie alle sue sollecitudini, indicazioni e incoraggiamenti, sono riuscito a concretizzare la mia passione per il racconto, anche a livello professionale, non fosse altro per ciò che state qui leggendo ora. La mia ferma professione di fede per la scrittura l'ho fatta però molti anni dopo questo compitino. Avevo circa trent'anni. Erano circa trent'anni fa. A quei tempi, entrando nel dettaglio, stavo così pensando.

Comunque sia. Andando oltre questi aspetti intimi. Alcuni dati importanti, per me, vanno sottolineati. Primo. Sono ancora qui a scrivere dopo tutti questi anni. Che gran bella cosa la coerenza. Secondo. Naturale che molto di ciò che avevo scritto a quel tempo è stato copiato da un testo altrui. La mia immaginazione non era ancora consapevolmente integrale. Terzo. Nello scritto adolescenziale qui riportato si trova il fiume San Lorenzo e, come da calendario gregoriano giuliano, da qualche giorno è stato proprio il giorno dedicato a questo nostro Santo. Quarto. Si racconta qui di navi e marinai. Bene. Dopo una decina d'anni, da questo mio scritto, ho svolto il servizio militare proprio nel corpo della Marina Militare. Quinto. Si racconta di mare e di pesci. Bene. Fin da piccolissimo, quindi prima di questo mio scritto, qui condiviso, grazie a un altro Santo, mio padre, andavo a pescare o nuotare, all'alba, prima di andare a scuola, dove poi studiavo e facevo i miei compitini, come questo qui condiviso. Sesto. Si parla dell'America Settentrionale dove ho vissuto e ho iniziato a orine trami per studiare sul serio. Settimo. C'è Marsiglia. Dove avevo una meravigliosa fidanzata da giovane. Insomma. Voglio dire. Incredibilmente, in queste poche righe, ci sono anch'io, inevitabilmente, con tutta la mia vita che, solo oggi, in questa condivisione, qui, ritrovo, stimolato nel LaMeDiS, grazie al progetto <<La Storia Siamo Noi!>>.

C'è poi un ottavo punto. Decisivo. L'ho accennato già, nelle prime righe di questo articolo, di ripresa comunicativa digitale. Il picco delle Persidi è successivo alla convenzionale notte di San Lorenzo. Come dire. Il meglio viene sempre dopo. Aspetta dunque. Resisti. Astieniti.

Cerco di spiegarmi meglio anche se in un articolo non è mai semplice farlo. La nostra vita è fatta di singole esperienze, in un'unica esistenza vissuta, qui, quotidianamente. Una volta che siamo consapevoli di quest'opportunità, complessivamente, il nostro tempo, a partire da quello passato, ci si presenta in tutta la sua ricchezza inestimabile, unica e irripetibile. Per mantenerne il valore, sempre più, una volta fatta quest'esperienza, va però condivisa. Ecco la funzione della storia. Ecco il significato della testimonianza. Ecco il valore del racconto. Per questo c'è il LaMeDiS, dove anche tu, puoi essere il protagonista, oggi, del tuo stesso passato, tanto da costruire insieme il futuro che, le tue storie vissute, hanno già impostato. Scrivi subito a info@histroyisus.eu. Insieme possiamo tutelare il tuo unico autentico patrimonio, donando dignità alla nostra memoria, perché <<La Storia Siamo Noi!>>.